venerdì 21 aprile 2017

TARGET2 - Conoscenze necessarie due (molto wonkish)


Sui Quaderni di Siena trovate un logorroico paper su TARGET2. Voleva essere divulgativo, l'ottava lezione del libro ((la settima, sul vincolo estero, è qui nel blog), ma non so bene se ci sono riuscito - in verità è una serie di appunti per me, ma che condivido.

Una nessuna centomila – Le molte verità di Target2


Abstract

Questo saggio è indirizzato principalmente (ma non esclusivamente) a un pubblico non-accademico, e in questo senso è un proseguo delle Sei lezioni, anche nello stile. Metto tuttavia questo pubblico (e non solo) a dura prova. Le note sono utilizzabili anche a scopo didattico. Dopo aver spiegato cos’è Target 2, si fanno tre casi in cui insorgono passività Target 2, mostrando come queste ultime abbiano la natura economica di un debito. Per questa ragione, nel caso di un’uscita di un Paese dall’euro (o di una rottura di quest’ultimo) e di una mancata regolazione di quelle passività, i Paesi creditori subirebbero una perdita nella loro ricchezza nazionale netta. Questo non vuol dire che questi debiti non possano diventare oggetto di negoziazione, anzi questo sarebbe molto probabile. Una appendice contiene una rassegna critica di alcuni interventi sulla stampa e in rete relativi alle recenti dichiarazione di Draghi in merito. Commenti e integrazioni sui probabili errori e imprecisioni sono più che benvenuti. “Se mi sbaglio mi corrigerete”

 

 “I saldi Target ...hanno trasformato la Germania nel ‘negozio della cuccagna’, un negozio dove si può tranquillamente comprare e segnare tutto sul conto, senza dover mai pagare la fattura al proprietario” (H.W.Sinn, 2017)
Ho visto le menti migliori della mia generazione rompersi la testa su Target 2 (T2). Che una piattaforma elettronica su cui si svolgono le nostre operazioni di pagamento bancarie possa assurgere da arcani manuali tecnici alle pagine dei quotidiani, sembra sorprendente. L’ha fatto nel 2011, quando il più influente economista tedesco, Werner Sinn, sollevò la questione, e di nuovo recentemente dopo alcune dichiarazioni di Draghi (2016). Anche un bambino può capire cos’è T2; più complesso è interpretare il suo ruolo in una unione monetaria in tempi di crisi (e il rischio per tutti di dire sciocchezze è elevato).
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giovedì 6 aprile 2017

Il disastro economico dell'Argentina di Macri



Gli amici (sraffiani) Alejandro Fiorito e Andres Lazzarini rispondono a un articolo tanto elogiativo quanto superficiale sull'Argentina di Macri. Grazie a loro per aver accettato la mia sollecitazione ed a Econopoly per la pronta pubblicazione. Andres ha uno splendido libro sulla Controversia sula teoria del capitale (University of Pavia Press, si riesce a farne il download)

“Ni es cielo, ni es azul” (“Non è ne cielo, ne azzurro”) 

 Alejandro Fiorito & Andres Lazzarini[1]

 
Il titolo appartiene a un tango chiamato “Maquillaje” di Homero Expósito. E ci viene sempre in mente quando leggiamo articoli come quello di Michael Boye (Econopoly 24 marzo 2017), dove l’autore sostiene a proposito della nuova Argentina di Macri: 

“La nuova amministrazione ha ottenuto risultati significativi nella trasformazione della vecchia economia corrotta e protezionista, gettando le fondamenta per iniziative “business friendly” capaci di stimolare la crescita futura.” 

Seguendo l’impostazione di “gossip” che più piace allo establishment, a dire la verità il governo Macri piuttosto che “trasformare la vecchia economia corrotta”, si è distinto sulle copertine delle riviste internazionali per gli scandalosi casi di corruzione per i cosidetti “Panama Papers” e - anche se meno conosciuto – per il caso della compagnia aerea Avianca dove il governo ha ritirato dalla compagnia di bandiera rotte nazionali a favore di compagnie private “amiche”. Dunque, ben lungi dalla “trasformazione della vecchia economia corrotta”, il governo Macri ne è stato nei fatti un approfondimento.